LA DIAGNOSI ENERGETICA ED I COEFFICIENTI DI RIPARTIZIONE
La diagnosi energetica degli edifici è il procedimento più efficace per promuovere in modo concreto le azioni di riqualificazione energetica sul patrimonio edilizio esistente il quale risulta mediamente caratterizzato da elevati consumi energetici ed da basso comfort abitativo (il patrimonio nazionale esistente risulta essere stato edificato per due terzi prima degli anni sessanta). La diagnosi energetica è sostanzialmente una procedura mediante la quale, in una prima fase, si individuano i problemi energetici di un edificio e si evidenziano i difetti che causano gli elevati consumi ed il basso comfort abitativo; in una seconda fase si propongono gli interventi necessari per la riqualificazione dell’edificio in base ad una analisi mirata alla riduzione dei consumi energetici e ad un profilo costi – benefici dell’intervento.
Intervenire sugli edifici esistenti è, ormai, una necessità che il mercato e le Istituzioni, richiedono per raggiungere principalmente due obiettivi:
• la riduzione drastica dei consumi energetici, quindi delle spese di gestione;
• la riduzione delle emissioni inquinanti, quindi una maggiore ecosostenibilità;
• la valorizzazione dell’immobile, intesa come un incremento del suo valore di mercato;
Le tecnologie per incrementare l’efficienza energetica nel settore edilizio si stanno evolvendo in modo rapido.
Il problema rimane quello di individuare quali di queste tecnologie siano più adatte in situazioni che possono essere molto diverse in relazione all’edificio sul quale occorre interventire.
L’obiettivo finale, infatti, non è esclusivamente quello di migliorare le prestazioni energetiche, ma quello di promuovere degli interventi che siano tecnicamente efficaci ed economicamente convenienti.
La diagnosi energetica è lo strumento che occorre per ottenere questi risultati.
La diagnosi energetica è richiesta principalmente nei casi seguenti:
• Come prerequisito in una ristrutturazione con riqualificazione energetica di un sistema edificio impianto.
• Nel calcolo della componente fissa di spesa nella contabilizzazione del calore come prescritto dalla UNI 10200 e dal DPR 59/09 per la ripartizione della quota a millesimi.
• Come prerequisito fondamentale di una successiva certificazione energetica.
La diagnosi energetica è un procedimento, applicato ad edifici esistenti, che oltre a definire un indice di prestazione energetica, fornisce gli elementi utili per intervenire in modo conveniente ed efficace sull’edificio al fine di limitarne i consumi energetici. Non richiede la terzietà del professionista e, salvo casi specifici, non è obbligatoria per legge.
Secondo il metodo UNI, le spese di riscaldamento negli impianti dotati di ripartitori di calore si dividono in 2 parti: la prima viene ripartita sulla base dei consumi termici di ogni singolo alloggio ricavati dai ripartitori di calore. La seconda invece comprende le spese fisse, che vengono ripartite sulla base delle frazioni millesimali di potenza installata di ogni singolo alloggio (somma della potenza di ogni singolo corpo scaldante). L’assemblea condominiale, frequentemente, decide di ripartire le spese fisse sulla base delle quote millesimali della volumetria degli alloggi.
Tale metodologia non tiene conto delle caratteristiche di esposizione dei singoli appartamenti, le quali possono comportare notevoli scompensi economici nelle somme pagate dai diversi condòmini per ogni metro cubo di ambiente riscaldato; ovvero, i proprietari degli appartamenti che presentano maggiori superfici esposte all’ambiente esterno (pareti perimetrali; soprattutto se esposte verso il nord; soffitti o pavimenti verso il terreno oppure verso ambienti non riscaldati), si trovano a dovere pagare cifre sensibilmente più elevate rispetto a quelle degli appartamenti meno esposti e, talvolta, più elevate rispetto a quelle pagate in precedenza, in assenza del sistema di ripartizione del calore. Spesso non si ritiene equa ed accettabile tale suddivisione dei costi, in quanto gli appartamenti più esposti fanno per così dire da “cappotto” agli appartamenti meno esposti riducendo la loro richiesta di fabbisogno di riscaldamento.
Se l’assemblea condominiale volesse quindi suddividere le spese compensando gli alloggi maggiormente sfavoriti in termini di esposizione, è possibile adottare il principio di compensazione, che ha lo scopo di tenere conto delle situazioni sfavorevoli a causa dell’ubicazione dell’alloggio all’interno della palazzina, ad esempio l’esposizione verso nord oppure la posizione dell’alloggio sotto il tetto.
Come precedentemente descritto il metodo si basa sullo stesso principio della ripartizione della norma UNI 10200 ma prevede l’aggiunta del calcolo di opportuni fattori di compensazione che verrebbero applicati al consumo totale di ogni alloggio calcolato dai ripartitori di calore.
Il consumo totale di ogni utente fornito dai ripartitori, prima di essere utilizzato per i calcoli della spesa di riscaldamento, viene quindi moltiplicato per il “fattore di compensazione” in modo tale che i consumi degli alloggi maggiormente sfavoriti vengono compensati dai consumi degli alloggi più favoriti, perché protetti dagli appartamenti più esterni.
È opportuno notare come l’applicazione di tale principio debba però permettere di premiare gli alloggi nei quali sono stati fatti interventi di risparmio energetico, secondo quanto richiesto dalla normativa vigente, come descritto nel successivo paragrafo.
Per il calcolo dei coefficienti di compensazione si ritiene opportuno partire da una valutazione teorica dei fabbisogni energetici dei singoli alloggi in modo tale da confrontarli in maniera coerente ed a parità di caratteristiche costruttive, ovvero senza tenere conto di eventuali interventi di isolamento termico oppure di altri interventi di risparmio energetico che possono essere effettuati dai singoli condomini (per esempio se solo alcune unità abitative si sono dotate – a fronte di un investimento – di serramenti a doppio vetro, il calcolo dei loro consumi energetici teorici avverrà comunque considerando che essi abbiano la stessa tipologia di serramenti presenti nella maggioranza degli altri appartamenti, ovvero presumibilmente i serramenti originali di cui era predisposto l’immobile).
I coefficienti di compensazione fanno quindi riferimento ad un calcolo del fabbisogno energetico annuale di ciascun alloggio, calcolo che deve essere effettuato con l’ausilio di software validato dal Comitato Termotecnico Italiano per quanto riguarda l’attinenza dei risultati alle metodologia di calcolo contenuta nelle normative UNI TS 11300: “Prestazioni energetiche degli edifici” – Parte 1 (Determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edifico per la climatizzazione estiva ed invernale) e Parte 2 (Determinazione dell’energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda per usi igienico - sanitari). Le UNI TS 11300 sono le normative di riferimento per la Certificazione e la Diagnosi Energetica degli edifici in Italia, e derivano strettamente dalla norma di riferimento a livello europeo UNI EN ISO 13790.
I consumi di energia termica vengono calcolati sulla base dei dati forniti dall’amministrazione di condominio, planimetrie degli edifici e schemi impiantistici, integrati con le informazioni raccolte dai tecnici nel corso del sopralluogo.
Il metodo proposto calcola quindi un consumo medio unitario degli alloggi, rispetto al quale viene confrontato il consumo dei diversi alloggi e vengono valutati i coefficienti di compensazione che, moltiplicando le spese energetiche di ogni unità abitativa permettono una più equa suddivisione delle stesse tra tutti gli appartamenti.
Il metodo descritto permette una più equa suddivisione delle spese energetiche derivanti dall’installazione dei sistemi di ripartizione e di contabilizzazione del calore (quanto mai auspicabili per i noti vantaggi che portano in termini di risparmio energetico e di comfort termico, equilibrando automaticamente le reti di distribuzione del calore e permettendo di mantenere all’interno di tutti gli ambienti le temperature desiderate), che tenga conto dei vantaggi derivanti agli alloggi meno esposti dalla copertura fornita dagli alloggi più esposti, ma che valorizzi correttamente gli interventi di risparmio energetico effettuati nelle singole unità abitative, e ne incentivi la diffusione, come richiesto dalla vigente legislazione.
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